A Mondragone le numerose barriere architettoniche impediscono la mobilità dei cittadini con difficoltà motorie.
Nessuna risposta dai Tecnici, dai Responsabili dell’arredo urbano e dagli Amministratori del Comune di Mondragone alle diverse segnalazioni e denunce verbali, telefoniche, epistolari e telematiche sulle condizioni di molti servizi pubblici ed infrastrutture comunali che, causa le barriere architettoniche esistenti, impediscono alle persone con difficoltà motorie la fruizione del diritto alla libera circolazione, in dispregio al principio costituzionale che impone il dovere di rimuovere qualsiasi ostacolo che limiti la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e sancisce il diritto all’effettiva partecipazione ed integrazione del genere umano (art. 3 cost.).
A prescindere dalle illecite autorizzazioni ed agibilità che si rilasciano a pubblici esercizi carenti delle strutture idonee al loro utilizzo da parte dei disabili e ignorando il disagio per le difformità dell’arredo urbano, quali le strade dissestate e i marciapiedi ostruiti da esposizioni di merci ed oggetti vari che ostacolano anche il traffico pedonale, i responsabili dell’Ufficio tecnico e l’amministrazione Comunale non forniscono risposte né si attivano per eseguire le minimali istanze, limitate a pochi modesti interventi di ordinaria manutenzione da effettuare per la rimozione degli ostacoli che rendono impossibile l’utilizzazione degli edifici pubblici e privati aperti al pubblico da parte delle persone con disabilità.
In particolare, si fa riferimento all’eliminazione delle barriere architettoniche, che limitano alle persone con disabilità l’accesso alle strutture aperte al pubblico.
Ostacoli che possono essere rimossi dagli addetti comunali alla manutenzione con interventi minimi, sia per consistenza che per il costo, più volte segnalate e sollecitate, che tuttora si evidenziano:
- rimozione dei rialzi di pochi centimetri che ostruiscono l’ingresso dell’Ufficio Tributi di via Sementini e dell’Ufficio Postale di via Razzino;
- esecuzione del raccordo tra il sedime stradale dei viali Marechiaro e Italia con gli scivoli di accesso alla Piazza G. Schiappa;
- abbattimento del marciapiedi antistante il terrazzo sul mare di piazza M. L. Conte;
- modifica o spostamento della pensilina piazzata in mezzo al lungo marciapiedi in prossimità dell’entrata alla sede dell’ASL.
Ma l’apice dell’incontinente ignoranza della normativa sulle barriere architettoniche si raggiunge con la recente realizzazione dei cromatici marciapiedi di Via Genova e di Via Domiziana.
Quelli di via Genova, già oggetto di precedente segnalazione, sono praticamente inutilizzabili, sia per le pendenze insicure sia per le dimensioni incerte che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita.
Invece, i purpurei marciapiedi che fiancheggiano la SS.Domitiana, molto utili per i pedoni, non presentano su tutta la lunghezza alcuna discesa sulla via Razzino, non consentendone la fruizione alle carrozzine dei disabili che sono costretti a percorrere la via Domiziana, rischiosa per la loro incolumità.
In base a questi rilievi, le pubbliche amministrazioni, i funzionari e i dirigenti che, dopo più di un trentennio di legislazione specifica in materia, progettano ed eseguono opere pubbliche con barriere architettoniche, ripudiando sistematicamente le disposizioni vigenti in materia di accessibilità e di eliminazione delle barriere architettoniche (Dpr. n. 503/96; Decr. Min. LL.PP. n. 236/89; Legge n.104/92), oltre a degli incompetenti, sono anche dei fuorilegge. Di conseguenza, il progettista, il direttore dei lavori, il responsabile tecnico degli accertamenti per l’agibilità o l’abitabilità ed il collaudatore, sono puniti, ai sensi dell’art. 24 della legge 104/92, con l’ammenda fino a 25/mila euro e con la sospensione dai rispettivi albi professionali per un periodo compreso da uno a sei mesi.
Visto il silenzio e l’inattività perduranti, si reputa opportuno rendere pubblica la questione e chiedere conto ai Funzionari e agli Amministratori comunali, che hanno il potere, e il dovere, di trovare la soluzione al problema delle barriere architettoniche esistenti.
Il punto è che ci si scandalizza, giustamente, se a un disabile viene negata la possibilità di usare l’aeroplano e poi non si dà il giusto peso ai disagi che gravano quotidianamente sui cittadini che vorrebbero potersi muovere senza impedimenti architettonici.
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