Comunicato Stampa dell’Associazione Mondragone Bene Comune – Qualcuno può dirci qualcosa sulla campagna vaccinale nel nostro territorio?
Sappiamo che il Governatore della Campania è stato il primo (o fra i primi) a vaccinarsi (anche se non ne conosciamo il motivo). Sappiamo che in questi giorni la Pfizer non rispetta la tabella di marcia sottoscritta per la consegna dei vaccini, con evidenti problemi (ma non conosciamo ancora i reali motivi di tali ritardi).
Inoltre, sappiamo che al momento le somministrazioni sono circa 1 milione e 140 mila dosi di vaccino, destinate agli operatori sanitari e agli operatori e degenti delle RSA. Sappiamo che la rapidità nella vaccinazione ha anche l’obiettivo di ridurre drasticamente la circolazione del virus, abbattendo così la probabilità di mutazioni. Ancora, sappiamo che nel Piano strategico sulla vaccinazione anti COVID-19, presentato dal Ministro Roberto Speranza lo scorso dicembre, sono indicate le priorità nei tempi di somministrazione del vaccino. Sappiamo anche che quando la vaccinazione si trasferirà però sul territorio per la popolazione generale, i problemi non saranno pochi.
Il Piano strategico del Governo a questo proposito resta infatti sul vago, promettendo la predisposizione di piattaforme ad hoc per il monitoraggio dei processi, ma rimandando la definizione del modello organizzativo della campagna vaccinale alle singole Regioni. Sugli aspetti logistici della vaccinazione territoriale sappiamo che il commissario Arcuri ha però indicato nel numero di 1.500 i punti di somministrazione dei vaccini (le “primule”), uno ogni 40 mila abitanti. Sappiamo che le proposte delle Regioni sono diverse: si va da ipotesi di un forte coinvolgimento dei medici di famiglia in una gestione decentrata delle vaccinazioni a soluzioni centralizzate di prenotazione tramite apposite app o call center. E non manca chi pensa che l’ospedale possa giocare un ruolo anche nella fase territoriale.
L’AMBC vorrebbe che sulle vaccinazioni si evitassero i ritardi, le incompetenze e le disfunzioni che si sono registrate nel nostro territorio sul versante sanitario e sociale fin dallo scoppio della pandemia (e drammaticamente anche in queste settimane).
I quattro fondamentali principi delle attività di immunizzazione sono: il coinvolgimento della comunità, la proattività, l’universalità e l’equità. Cosa pensano di fare le Autorità sanitarie territoriali e il nostro Comune guidato dal medico Pacifico affinché tutta la popolazione a rischio sia informata e motivata attraverso molteplici strumenti, il più possibile personalizzati e vicini alle persone (di qui l’importante ruolo dei medici di famiglia e degli operatori sanitari di distretto, adeguatamente preparati ad una attività di informazione)? Come pensano di contattare le persone? Con una lettera postale o con una e-mail? Con una telefonata o con un sms? I cittadini hanno il diritto di avere una dettagliata informazione sul vaccino e di conoscere per tempo una data e la sede di vaccinazione quanto più prossima alla propria residenza (con un occhio di riguardo ai più fragili o emarginati, più difficili da raggiungere e con i quali è più complicato comunicare).
Quindi, Distretto e Comune dovrebbero già essere alacremente al lavoro per un’organizzazione territoriale forte (ciò che a Mondragone è mancato all’inizio e durante la pandemia), visto il poco tempo a disposizione per costruire un’organizzazione territoriale che si concentri sulla vaccinazione anti-COVID-19 e che possa rappresentare anche un punto di partenza per una futura, nuova organizzazione dei servizi territoriali/distrettuali. Sappiamo che il territorio dovrà essere necessariamente delimitato per consentire una ragionevole gestione delle operazioni: il numero di abitanti (intorno alle “primule”) indicato dal commissario Arcuri è di 40 mila.
Domandiamo: quale sarà la nostra Area territoriale di riferimento per la vaccinazione (ATV)? E chi ne sarà il Responsabile che -insieme al Comitato di Coordinamento- avrà il compito di garantire l’erogazione 7 giorni su 7 delle vaccinazioni?
Ovviamente la condizione imprescindibile per garantire il rispetto dei principi fondamentali suddetti è la costruzione della lista nominativa dei residenti/domiciliati/stranieri temporaneamente presenti (STP) che afferiscono all’ATV. Ma -per questo- potrebbe bastare l’Anagrafe comunale, anche se- in ogni caso- andrebbe allestito un data-base della popolazione dell’ATV. I medici di famiglia entreranno in gioco quando – probabilmente a metà febbraio – sarà disponibile in Europa il più maneggevole vaccino Astra Zeneca.
Tuttavia, fin d’ora andrebbero attivamente coinvolti, visto che sono stati- in questi lunghi e dolorosi mesi – gli unici “presidi” attivi, efficienti ed efficaci. I medici di famiglia sono stati gli unici che hanno cercato- durante questo periodo- di aiutare, curare, informare e supportare, cittadini spesso impauriti e lasciati soli.
Terminiamo con un richiamo alla prossima Giornata della Memoria del 27 gennaio, un giorno nato per ricordare le vittime dell’Olocausto e, soprattutto, per interrogarsi sul perché della Shoah e della discriminazione dell’uomo contro altri uomini.
L’AMBC quest’anno vuole segnalarvi il bellissimo e struggente libro di Emanuele Fiano, “Il profumo di mio padre” (Piemme), in cui il deputato del Pd racconta una sorta di passaggio di consegne di una memoria preziosa e una riflessione attuale sugli orrori del passato, quelli derivanti dalla Shoah, vissuta da suo padre Nedo, superstite di Auschwitz morto il 19 dicembre scorso.
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