“In che modo Mondragone può recuperare la sua dimensione culturale e tornare ad essere teatro di grandi eventi storici? Solo la volontà politica e civile è in grado di rivalutare i grandi patrimoni che hanno reso “grande” la storia di una città.”
Il Comune di Mondragone ha la fortuna di avere al centro della sua piazza, luogo storicamente ritenuto centro di vitalità della cittadinanza, un palazzo settecentesco appartenuto all’illustre famiglia Sementini. Tra i tanti uomini di spicco culturale, troviamo il prof. Antonio Sementini, noto scienziato del panorama scientifico napoletano del 1700. Gli studi del professore, fondatore della scuola medica napoletana, sono ancora oggi oggetto di studio in campo scientifico.
Il Comune di Mondragone ha ora una ghiotta occasione per far si che la vecchia Piazza torni ad essere il centro vitale della cittadinanza.
L’Occasione Sementini. Cittadinanza Attiva risponde in questi termini: «L’Amministrazione comunale dovrebbe essere la prima a proporsi come acquirente, visto anche la cifra – stando a voci di palazzo – quasi irrisoria, data la grandezza dello stabile. Ora come ora, la cosa più importante per questa città è preservare la cultura e ove manchi, di crearne o stimolarla il più possibile.»
Immaginare la piazza presa d’ assalto dai giovani, non sarà più, solo una fantasia.
L’idea lanciata da “Cittadinanza Attiva” prevede di istituire all’interno dell’abitazione la Biblioteca Comunale, con annesse aule studio e centro multimediale; costituire inoltre la “Fondazione Sementini” con il compito di riordinare la Storia dell’illustre famiglia. In questo modo, i giovani studenti e tutti gli studiosi potranno avere un centro culturale di grande enfasi. L’edificio consentirebbe, vista la grandezza, di spostare lì anche il centro di aggregazione per anziani, creando così un armonia generazionale che si tramuti inevitabilmente in una crescita socio-culturale.
Visti i problemi finanziari in cui versa il Comune; il progetto potrebbe essere facilmente realizzato, con una “sana” gestione delle risorse economiche. Se la futura amministrazione ,con un atto di buon senso, rinunciasse per un anno allo stipendio, si otterrebbero i primi 130mila euro; trasferendo, poi, gli uffici Comunali, Provinciali e Regionali, che hanno sede in strutture in affitto, a Villa Nina ovvero nella futura “CASA DELLO STATO” si eliminerebbe non solo dalla spesa pubblica i pesanti costi di locazione che gli Enti “sopportano”, ma basterebbero solo tre di questi per risparmiare in anno ulteriori 120mila euro; riuscendo così ad arrivare a 250mila euro ovvero una buona parte del costo dell’abitazione.
Con un solo anno di sano “RISPARMIO POLITICO”, l’ente otterrebbe un TRIPLICE VANTAGGIO: L’ acquisizione di un bene di enorme valore storico, la riduzione della spesa pubblica e il “ripopolamento” della Vecchia Piazza Umberto I. È chiaro quindi che, approfondendo l’analisi il “sogno culturale” centro studi potrebbe essere facilmente realizzabile, se solo la classe politica fosse attenta e disposta a qualche piccolo sacrificio.
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