Il decalogo della bontà di Padre Antonio Rungi. Le regole fondamentali del vivere cristiano in un mondo segnato da varie forme di violenza e di ingiustizia.
Una sorta di decalogo della bontà e della responsabilità al quale ispiarsi avendo come modello di vita la Vergine Santa. Nella festa della Visitazione di Maria a Sant’Elisabetta, padre Antonio Rungi, teologo morale campano, ha valorizzato i testi della sacra scrittura di questa giornata. Egli ha indicato le regole fondamentali del vivere cristiano in un mondo segnato da tante forme di violenza e di ingiustizia.
“A conclusione del mese di maggio, dedicato alla Madonna, credo che sia importante per continuare il cammino spirituale intrapreso -afferma il teologo- fare proprie alcuni comportamenti di vita cristiana dai quali non si può prescindere se si vuole essere in linea con il vangelo e con l’insegnamento della Chiesa”. Ecco queste regole dedotte dal testo della Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani che costituisce uno dei brani della liturgia della parola di questa festa mariana che chiude il mese dedicata alla Vergine Santa.
Il decalogo della bontà di Padre Antonio Rungi:
1. La carità non sia ipocrita, falsa e solo formale, ma vada nel profondo e sia sincera ed autentica in tutte le situazioni della vita. Non abbiamo bisogno di salvare la faccia, ma mettere la nostra faccia per esprimere i sentimenti più veri verso gli altri.
2. Detestiamo con veemenza ogni forma di male, senza scendere a compromessi di alcun genere. Il giudizio di una coscienza retta è importante in ogni decisione da assumere.
3. Attacchiamoci al bene, quello che riusciamo a discernere seguendo la legge naturale e quella rivelata. La bontà e la tenerezza fanno parte di ogni essere umano.
4. L’amore sia alla base di ogni vero rapporto umano, dimostrando affetto e gareggiando nello stimarci reciprocamente.
5. Siamo costanti e zelanti nel fare il bene a noi stessi e agli altri. Nessun trascuri l’amore verso la propria persona e verso la persona altrui.
6. Alimentiamo la dimensione spirtuale della nostra vita con l’essere ferventi nello spirito, nella preghiera e tutto ciò che riguarda Dio e i beni superiori.
7. Esprimiamo gioia e speranza in ogni circostanza della vita quotidiana. Il cristiano non è l’uomo del dolore, della noia e della morte, ma della gioia e della vita.
8. Non scoraggiamoci di fronte alle tribolazioni della vita, che spesso sono tante, ricorrenti e di ogni genere; ma la fortezza sia alla base del nostro agire.
9. Siamo premurosi nell’ospitalità. Nessuno vada via dalla nostra casa e dal nostro cuore senza un gesto di accoglienza e d’amore.
10. Con sentimento, umiltà e generosità facciamo tutto quello che è nelle nostre facoltà per il bene nostro e degli altri.
“Sforziamoci a vivere secondo questi sani principi etici e di comportamento morale e sicuramente – conclude padre Rungi- a livello personale, familiare, sociale, ecclesiale migliorare l’ambiente in cui viviamo ed agiamo. Nessuno dica che è impossibile seguire in toto questi principi. E se fosse pure vero, sforziamoci almeno a concretizzarne qualcuno, che è già un buon cammino verso la moralità del nostro agire umano e cristiano”.
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