La festa della donna del 2011 sia completamente dedicata al ricordo di Yara Gambirasio e Sarah Scazzi. Le due minorenni uccise barbaramente nel corso del 2010, che hanno lasciato nel cuore degli italiani tanta sofferenza e rabbia.
E’ quanto propone il teologo morale campano padre Antonio Rungi, alla vigilia della ricorrenza annuale della Festa dell’8 marzo.
“Suggerisco di fare festa – commenta Padre A. Rungi – in modo contenuto ed ove fosse possibile eliminare tutte quelle manifestazioni che svuotano di senso la stessa festa della donna; no a cene, cenette e esclusive per il gentil sesso. Piuttosto concentrarsi sulla festa come momento di riflessione sulla condizione della donna in Italia e nel mondo. E per i cattolici fare di questa festa un momento di preghiera e meditazione”.
Aggiunge poi il teologo Antonio Rungi: “La singolare coincidenza della festa della donna con il Carnevale suggerisce quest’anno, data la situazione italiana e mondiale con le guerre civili in atto in Nord Africa e in altre parti del mondo, con le tante umiliazioni subite dalle donne, di non ridurre la festa dell’8 marzo a baldoria, a sfrenato divertimento tipico del Carnevale. Sarebbe più giusto e e anche più apprezzabile sospendere le manifestazioni di Carnevale, in segno di solidarietà alle tante donne che hanno subito violenza; donne uccise in varie parti del mondo nel 2010 e in questi primi mesi del 2011”.
“Non possiamo non guardare al mondo – conclude Padre Antonio – con l’occhio della solidarietà e della condivisione dei momenti di gioia e di sofferenza. Con il clima italiano e mondiale che respiriamo, c’è poco da essere allegri e molto, invece, preoccupati per la crisi economica, dei valori e per il calo di umanità che si registra in varie parti del mondo non solo nei confronti delle donne, ma di tutti gli uomini, soprattutto verso i più deboli e indifesi. Se festa di Carnevale deve esserci ci sia solo per i piccoli che hanno diritto di gioire, ma di una vera gioia che la comunità nazionale deve assicurare ai bambini non solo a Carnevale, ma sempre e in ogni istituzione ed luogo di questa nostra sofferta terra italiana”.
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