Il tradimento della volontà popolare equivale al tradimento della democrazia, ha esordito Gianni Pagliaro, portavoce di Mondragone Bene Comune.
Il primo obiettivo che il PATTO CIVICO PER MONDRAGONE dovrà porsi per il futuro è quello di applicare totalmente la filosofia della legge 81, quella dell’elezione diretta del sindaco, senza tradire la volontà popolare, assicurando alla città una maggioranza stabile e permanente, quella scelta dagli elettori, in grado di governare sulla base di un programma per l’intero mandato, senza sfilacciamenti ma, soprattutto, senza ribaltoni.
“Avendo il coraggio – ha aggiunto Dario Caprio di MBC – o meglio l’obbligo morale, in caso contrario, di ritornare al giudizio dei cittadini. Si tratta di far fare qualche passo indietro ai capibastone e qualche passo avanti ai cittadini elettori. Pur in regime di elezione diretta, non sono mai venute meno la prassi della contrattazione tra famiglie, di ricatto e di scambio, che hanno tenuto sotto scacco il governo della città. IL PATTO CIVICO PER MONDRAGONE deve sottoscrivere con la città un patto di coerenza, con il quale ci si impegna a ritornare alle urne qualora venga meno la maggioranza espressa dai cittadini.
Il futuro di Mondragone ha bisogno di un sindaco, di una giunta, di una maggioranza e di un programma coerenti e stabili, votati dai cittadini e solo ad essi piegati costantemente. Questo primo obiettivo, ovvero governare senza tradire, con coerenza e nel rispetto della volontà popolare, è intrinsecamente legato a quello di avere un’opposizione consiliare in grado di esercitare fino in fondo il proprio mandato. C’è bisogno di riscrivere le regole del rapporto tra maggioranza ed opposizione, garantendo a quest’ultima la possibilità di controllare, contrastare e controproporre, di rappresentare- in altri termini- un’alternativa.”
“La coerenza e il rispetto delle volontà popolare, ha sottolineato Umberto Cinque – rappresentante di MBC al Tavolo del PATTO CIVICO PER MONDRAGONE – devono essere l’asse portante del programma. In questi anni i programmi sono risultati spesso residuali, generici, mutevoli e poco partecipativi. Un mero adempimento burocratico. Il nostro programma deve essere un patto concreto tra i nostri candidati e i cittadini elettori, deve essere un documento in grado di fare fiducia, di riannodare i fili del rapporto tra politica e cittadini. Noi siamo per un’Amministrazione condivisa, ha concluso Umberto Cinque, e la condivisione dovrà essere perseguita fin dall’elaborazione del programma. Un programma per Mondragone fatto con i Mondragonesi, che sappia valorizzare la volontà di analisi e di ascolto, la necessità della fattibilità dei progetti e l’esigenza della valutazione di ciò che si fa.”
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