7 Dicembre 2023

Ribaltone a Mondragone, Luigi Mascolo si scusa con gli elettori

Mascolo in consiglio comunale chiede, formalmente, scusa agli elettori di Intesa per Mondragone per il tradimento del mandato popolare perpetrato da Giovanni Schiappa col ribaltone del 25 maggio 2013.

Di seguito le dichiarazioni di Luigi Mascolo in merito al recente Ribaltone a Mondragone.

«Le scuse al nostro elettorato erano doverose, in quanto anche attraverso la nostra campagna elettorale, quasi 900 mondragonesi hanno votato Giovanni Schiappa a sindaco. Mai, però, avremmo potuto immaginare (neanche con la nostra più sfrenata fantasia) che un giovane politico di trentacinque anni potesse arrivare a macchinare strategie così vecchie, stantie oseremmo dire di altri tempi.

Adesso ci spieghiamo il perché di tanti atteggiamenti, aggressivi, del Sindaco nei nostri confronti. Evidentemente già dall’inizio di ottobre dello scorso anno, stava tramando le sue furbesche manovre sotto banco, con i compagni del PD. Meglio i compagni (di merenda), con i quali spartire le poltrone del potere piuttosto che condividere percorsi amministrativi con chi, non fa delle poltrone una questione essenziale. I compagni di merenda non oppongono, al loro benefattore politico, alcuna critica, troppo alto è il loro debito di gratitudine. Il mio gruppo ed io non potevamo essere adatti, la nostra unica condizione era quella di partecipare alla cosa pubblica in maniera attiva e concreta.

Questa nostra, ingenua voglia di collaborare alla amministrazione della città, deve aver anche infastidito chi vuole comandare da solo.

Darci semplicemente un assessore non sarebbe bastato, non era quello che volevamo, avrebbe dovuto ascoltare le nostre proposte e condividere le decisioni con noi. Impossibile! Inutile si è rivelato anche l’appello, che sempre in consiglio comunale, ho rivolto ai consiglieri fedeli a Schiappa e Cennami. Gli ho ricordato che loro sono stati eletti dai mondragonesi, con un mandato chiarissimo, Schiappa ha vinto Cennami ha perso. Agli elettori. quindi e a nessun altro dovevano la loro lealtà. Ma gli  accordi erano stati siglati e la spartizione delle poltrone definita, i mondragonesi si arrangino da soli».

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