Mondragone Bene Comune: “Salviamo la Villa Sparagana a Mondragone”
“Vegetazione incolta e spontanea sporge dalla villa e invade quasi del tutto il marciapiede di Viale Regina Margherita, l’arteria principale della città, costituendo ormai un problema sia di sicurezza che di decoro, ha dichiarato Gianni Pagliaro, portavoce di <Mondragone. Bene Comune>.
Stiamo parlando della splendida Villa “Sparagana”, tra viale Regina Margherita e via Gaeta, che versa- purtroppo- da decenni in uno stato di totale abbandono. Una villa di particolare interesse storico-artistico-ambientale che possiede, anche se in termini vernacolari, elementi e caratteristiche formali e strutturali del Floreale, un gusto che, diffuso in Europa tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900, è di una minoranza modernista che addita e prepara alla cultura italiana uno sbocco nell’Europa.
Uno straordinario edificio in progressivo disfacimento. Come MBC lanciamo un accorato appello affinché si provi a salvare Villa “Sparagana”, a non disperdere un importante patrimonio storico, artistico e ambientale, ad intervenire prima che sia troppo tardi.
“Fu grazie all’incisiva azione dell’allora sindaco di Mondragone, prof. Paolo Russo, ha continuato Dario Caprio di MBC, che l’allora Ministro per i Beni Culturali e Ambientali, on. Facchiano, emise apposito decreto in data 17.04.1990 con il quale l’immobile Villa “Sparagana”, dal nome del secondo proprietario, l’avv. Sparagana, e le sue accessioni e pertinenze fu dichiarato <d’interesse particolarmente importante ai sensi della legge 01.06.1939, n. 1089> e fu, quindi, <sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nella legge stessa>.
E, ad acquisizione del vincolo, l’ex Sindaco Russo espresse l’intenzione di <poter destinare nel prossimo futuro, attraverso opportune intese, la Villa Sparagana a pubbliche attività di interesse collettivo, come- per esempio- centri culturali, centri giovanili ecc>. Purtroppo, in 27 anni nulla è stato fatto, l’immobile è restato nella disponibilità privata dei legittimi proprietari e da parte pubblica non vi è stata alcuna attenzione.
Ancora oggi, ha continuato Dario Caprio, pur nella triste decadenza della struttura, è possibile scorgere il belvedere balaustrato all’ultimo piano, le finestre inquadrate da fasce di stucco con terminali alti, l’ingresso principale con ampio invito, le ringhiere stampate, l’ampio giardino, i segni- insomma- di un immobile di <pregio> che non può essere lasciato ad una condizione di degrado”.
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