Tutte le cose che siamo abituati a valutare secondo quantità richiedono un’attagliata unità di misura. Inoltre, per poterle inquadrare in un discorso semplice, come a dire: renderlo accessibile alle persone semplici, usiamo fare la “media”. Si che tutti quanti possono riferirsi a un unico campione di misura. Ma quanto aveva ragione quel Trilussa!
Per la statistica – diceva Trilussa – c’è chi mangia un pollo e chi ne mangia due. Se ci metti insieme un altro abituato a star digiuno, tutti e tre avranno mangiato un pollo per ciascuno. Nella vita reale è proprio vero. Per l’uomo rincalluzzito nel vizio di mangiare tutti i giorni puoi adottare una unità di misura, specifica per chi mangia tanto ”poco” e chi mangia tanto “tanto”. Ma anche una unità di misura media per poter dire che tutti mangiamo la stessa quantità, ogni volta.
In tale certezza matematica e sulla base di parametri attendili, facciamo un esempio.
Per i politici di destra, i quali mangiano per mille e per quelli di sinistra, che stanti all’opposizione mangiano la metà, calcolando la media, possiamo affermare che 1500 italiani, di cui 1498 sono quelli che tirano la cinghia, più 2 rappresentanti dei due versanti politici anzidetti, mangiano ogni giorno a sazietà. Se poi fai le debite proporzioni aritmetiche, con i valori reali, trovi quanti milioni di abitanti su questa terra, con i loro digiuni danno da mangiare a pochi eletti. I quali di null’altro merito possono fregiarsi che quello d’avere assicurato a se stessi il posto, vita natural durante. Attenzione, però, che proprio i più, quelli che digiunano, gli danno i voti a iosa, con l’intima speranza che un giorno qualche cosa a loro avanzi e in parte anch’essi possono sfamarsi.
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