Sul tema dell’integrazione e della discriminazione razziale, i socialisti e il movimento di opinione Mondragone Città Possibile, chiedono la convocazione di un incontro pubblico tra le Istituzioni, forze dell’ordine, associazioni e cittadini.
Un tavolo a cui partecipare e condividere la costituzione della “Rete regionale territoriale di prevenzione e contrasto delle discriminazioni”.
“Invitiamo l’Amministrazione a promuovere un incontro pubblico finalizzato a recepire e promuovere quanto previsto nell’Avviso Pubblico del 4 marzo 2013 finalizzato all’attuazione e al coinvolgimento delle realtà sociali della nostra Città per interventi e azioni concrete per far parte, in maniera autorevole, della “Rete regionale territoriale di prevenzione e contrasto delle discriminazioni”.
Un incontro aperto alle forze dell’ordine, delle organizzazioni sociali che operano sul nostro territorio, associazioni culturali, movimenti spontanei presenti e la cittadinanza tutta. Ad annunciarlo il segretario cittadino del PSI, Antonio Taglialatela, assieme la rete del movimento Mondragone Città Possibile. In questi giorni in Città è ritornato prepotentemente in auge il tema dell’integrazione sociale e dell’ordine pubblico.
“Il tema è delicato, compete, di diritto, a chi governa e alle forze dell’ordine competenti – commenta A. Taglialatela – tuttavia la Politica, le forze sociali, la Chiesa hanno il dovere morale di aprire una riflessione seria e condivisa”.
“I Cittadini sono stanchi delle solite retoriche, è ora di lavorare sulle risorse che il nostro Territorio già è in possesso e di crearne nuove, in modo da emergere dalla profonda mediocrità culturale da cui spesso dobbiamo fare i conti e che infetta il sentimento comune, lasciando emergere opinioni grossolane e diseducate, se riferite ad un modello di convivenza civica giusto ed equo. Gli strumenti ci sono, i cittadini e le forze sane non vogliono una città abbandonata a se stessa, al proprio irreversibile declino socio-economico”.
L’ultimo strumento risulta essere, un’opportunità concreta da condividere unanimemente per poi poter confrontarsi con modelli e realtà sociali e culturali diverse, la “diversità è un valore” quando è dialogo, confronto oltre la barriera degli orientamenti. Dunque, potremo avviare programmi di assistenza, educazione e sensibilizzazione sui temi della lotta alle discriminazioni, in coerenza con la nascita della, già citata, Rete regionale territoriale di prevenzione e contrasto delle discriminazioni. Questa è una delle tante strade che si aprono per promuovere modelli di convivenza pacifici imperniati sul valore della diversità.
D’altronde, il clima è teso e sul web c’è anche chi promette, animati da sentimenti di vendetta ed odio razziale nei confronti dei comunitari bulgari, atti di giustizia sommaria. Tutto questo è inammissibile. Già ci è capitato di dover entrare nel merito della questione e ancora niente è stato fatto. E’ tempo che la Politica e le Istituzioni abbiano la forza di assumere un ruolo di primo piano per il rinnovamento, per l’adeguamento delle condizioni dei nostri territori, della nostra struttura socio-economica ai cambiamenti imposti dalla modernità.
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